Come, dove e perché sono nati i Vaporetti?
Varie teorie si sono incrociate in questi ultimi decenni, frutto spesso della memoria di qualcuno, o dei contenuti di qualche documentazione sparsa qua e là per la città. A volte per poter ricostruire una verità, occorre mettere insieme ciò che si ha a disposizione, con quello che purtroppo si è perso. Da questo incompleto assemblaggio di memorie e ricordi, si ricrea la storia di una manifestazione diventata quasi leggenda.
Per molti, l’origine del Vaporetto risale ad oltre sessanta anni fa, ed il nome fu scelto in ricordo dell’automobile a vapore, chiamato appunto vaporiera (“u Vapore”), che dal 1902 al 1909 fece servizio di linea sul percorso Spoleto-Norcia. Qualche anziano ricordava che, dopo la fine del primo conflitto mondiale, con l’apparire sulla scena dei primi mezzi motorizzati, i ragazzi spoletini si dilettavano a costruire i primi “Vaporetti” artigianali, con ruote costituite da cuscinetti a sfera. Per questi giovani pionieri, guidare il vaporetto nelle strade in discesa della città, voleva significare assaporare l’ebrezza ed il piacere di essere il pilota di un mezzo di trasporto anche se privo di motore. Bastava una lastra di latta, due tavolette di legno, uno spago ed un pugno di cuscinetti per costruire il proprio “bolide”.
Spesso questi stessi giovani, col vaporetto a tracolla, si accodavano alla corriera che da Spoleto raggiungeva Monteluco, aggrappandosi ai ferri sporgenti posti nella parte posteriore del mezzo, raggiungendo così il famoso “sbalzo” della croce. Si riversavano quindi a capofitto lungo la stimolante e polverosa discesa del pendio montelucano, fino ad arrivare davanti alla chiesa di San Pietro: sporchi, graffiati, sudati ma… soddisfatti ed appagati! Altro percorso cittadino prescelto, era quello che da Piazza Campello, attraverso il primo tratto di via Aurelio Saffi, porta in via dell’Arringo fino a piazza Duomo. I più spericolati si lanciavano nei percorsi a forte pendenza di via Monterone, via Nursina, oppure lungo la discesa di Collerisana. Ovviamente tutte scorribande vietate ed inesorabilmente interrotte dall’arrivo improvviso delle Guardie Municipali che, senza rilevare verbali, sequestravano comunque i “mezzi”. Sequestro che, spesso e volentieri, si rivelava inutile, vista la consolidata maestria degli interessati a ricostruirne, nella nottata stessa, uno nuovo e pronto per l’uso.
Si dice che, nel 1924, qualcuno avesse costruito un attrezzatissimo e pesante “vaporetto” in legno, tutto pitturato in rosso, con un freno a mano collegato tramite una cordicella metallica alle ruote e manovrato con un volante d’auto regalato da un amico meccanico. Qualcun altro usò una vecchia bombola da gas; un buontempone trasformò in vaporetto una disusa vasca da bagno; e qualcuno ancora una carrozzella per bambini. Altra motivazione che si vuol addurre quale loro origine, è quella legata ad una tradizione in uso fra i minatori di lignite di Morgnano. Servendosi dei normali carrelli che utilizzavano quotidianamente per il trasporto dei detriti, nel giorno della Befana, organizzavano una sfilata lungo le vie cittadine, distribuendo le attesissime calze ai bambini presenti.
Lasciando ad ognuno la possibilità di preferire l’esordio che più aggrada, sta di fatto che la tradizione dei Vaporetti negli anni trenta continuò ad essere mantenuta, interrompendosi soltanto nel periodo del secondo conflitto mondiale. Riprese nel 1948 su iniziativa del Comitato Universitario Spoletino. Gli eclettici studenti scelsero quale occasione per il loro ritorno ufficiale la Festa della Matricola. Organizzarono una vera e propria gara, con tutti i crismi cioè di una manifestazione sportiva, che si disputava, come oggi, lungo il serpentone interno alla città, quindi una discesa di circa 1500 metri che da Piazza della Libertà porta in Via dell’Anfiteatro. Quale era il Premio delle prime edizioni: una Coppa, ovviamente di maiale, del peso di cinque chili, preparata espressamente da un macellaio spoletino.
Dopo il 1950, il rudimentale e artigianale vaporetto, cominciò a modernizzarsi, tanto che, man mano che si avvicinava sempre più ad una sofisticata tecnologia, si allontanava inevitabilmente dalla tradizione. Lo spirito agonistico e goliardico però non è venuto mai a scemare. Il Comitato degli Universitari, successivamente, venne sostituito dal comitato Manifestazioni Spoletine e successivamente, dopo una lunga interruzione dal 1987 al 1995 dal Comitato Manifestazioni per Spoleto 2000 che, con sacrifici ed abnegazione dei suoi componenti, ha mantenuto l’atteso appuntamento dal 1996 al 2006.
Nel 2012, grazie anche all’iniziativa dell’AVIS Spoleto il comitato organizzatore, l’Associazione Vaporetti Spoleto, ha rinverdito la tradizione fino ad arrivare a questo appuntamento storico del cinquantottesimo anniversario. Tanta acqua è passata quindi sotto i ponti di un agonismo genuino e di un vivere l’insieme fra giovani e meno giovani. La solidarietà insita nelle finalità sociali dell’AVIS unita al senso del divertimento, creano ancora una volta un mixage esplosivo di puro divertimento.